Per la sua particolare collocazione geografica si è sempre posta nell’ area dello Stretto la necessità di segnalare ai naviganti di passaggio la pericolosità presso i punti “d’atterraggio” della costa, dovuta all’incombenza delle correnti di marea e dai fondali spesso insidiosi. Nel tempo, vari sono stati i “riferimenti” realizzati a questo scopo, di cui ad oggi abbiamo testimonianza. Voglio precisare che la maggior parte dei fari italiani attualmente in servizio è stata realizzata a partire dalla seconda metà dell’800 sebbene il periodo di maggiore sviluppo di tali strutture avviene dopo il 1910 quando il Servizio dei Fari e del Segnalamento Marittimo passa dalle dipendenze del Ministero dei Lavori Pubblici al Ministero della Marina. La Regia Marina ristruttura così il servizio: i fari e i segnalamenti marittimi italiani che nel 1861 non superavano i 50, nel 1916 erano già 512…
Gli Zanclei, in origine, avrebbero costruito nel lago piccolo di Torre Faro un faro “a fiaccole” (“Fani”) che serviva da guida notturna per i naviganti che, per evitare le correnti dello Stretto, erano soliti navigare attraverso i laghi che raggiungevano tramite antichi canali (probabilmente segreti) di collegamento col mare. Come da me riportato in altri capitoli, sempre in epoca “ante – Cristo” presso la spiaggia di Punta Sottile, sorgeva una “colonna” (“Stilarion”) che (come era consuetudine tra i popoli antichi) indicava il “ limite” dello Stretto. Di tale costruzione se ne ha ulteriore documentazione anche dopo il I° sec. dopo Cristo. Nel 2001 sono rivenuti alla luce (presso la parte destra della Torre degli Inglesi) dei “gradoni” (in numero di 3) su una “fondazione”, dell’ altezza complessiva di 3,25 mt, riconducibili alla “base” della colonna qui posta in antichità ed adibita a “faro” in epoca romana (“Pharus”, 38 a. C. circa).
Secondo alcuni, descrizione d’un “faro” presso questa zona si ha dal 1200 e, tra l’ altro, una segnalazione luminosa viene riportata in loco già nella “Tabula Peutingeriana (IX° – XI° sec)” quale unica in tutta la zona, e pertanto va considerata tra le più antiche del Mediterraneo. Secondo una tradizione locale, il primo abitante “stabile” di questa terra, tale Annibale Longo, provvedette a realizzare un sistema di segnalazione dalla terra ferma denominato “Turris Recens”, grazie al quale evitava ai vascelli di passaggio d’incagliarsi presso il litorale circostante. “Lat. Nord 38° 15’ 50’’, Long. Est 13° 21’ 25’’”: a queste “coordinate” era collocato il vecchio faro presso la “torre”, dismesso dal 1890. Fin dal 1546, in essa si trovava una buona lanterna che, appunto, sorgeva all’interno della fortezza militare detta “Forte degli Inglesi”. Il “segnale” indicava un passaggio obbligato per le imbarcazioni fin dai primi rilevamenti cartografici.
Quindi, intorno al 1600 si realizzarono dei disegni sulla costruzione dell’epoca, che evidenziavano la presenza d’una vera e propria “lanterna” in attività. Il sistema di segnalazione luminosa verteva a quel tempo sull’impiego di “Specule” che provvedevano a riflettere in lontananza la luce ottenuta da una “fonte” alimentata in maniera rudimentale. I bastimenti che beneficiavano di questo “servizio” contribuivano con una tassa per l’ ancoraggio. Ulteriori “schemi” della Torre del Faro vennero eseguiti nel 1700, a conferma che ormai da tempo la “lanterna” era una “realtà” per il nostro paese. Purtroppo, a causa del cataclisma del 5-02-1783, la torre del faro crollò quasi del tutto e non venne riedificata prima del 1798. Dal 1884 il faro del Forte degli Inglesi, originariamente molto prossimo al mare, è stato sostituito da quello di Capo Peloro, costruito a pochissima distanza sul nuovo tratto di terra tra il forte ed il mare. L’attuale Faro del paese venne edificato a partire dal 1890 a cura del “Genio Civile per le Opere Marittime” ma, in seguito al nuovo grande sisma del 1908, questa s’inclinò e fu necessario ricollocare il sistema di segnalazione presso la vecchia torre del distaccamento della Regia Marina d’Italia. Dopo la ristrutturazione, entrò in funzione nel 1909. La “Torre” misura dalla base un’altezza di 40 mt, al “piano focale” sul mare 36,80 mt. Inizialmente, la luce della “Lanterna” era “attivata” da “petrolio”, quindi, in seguito ad intervento della “Regia Marina d’Italia”, dal 1929 il combustibile adottato per “accender” il Faro divenne l’acetilene “disciolto”. Venne successivamente attivata la nuova “luce elettrica” (segnale), “intermittente” di 30 sec. visibile dalla distanza di 34 mg nautiche. Sul lato Nord della torre, una luce rossa (intermittente) indica le “secche” di Capo Rasocolmo. Sino al 1956, i riferimenti luminosi dello Stretto formavano un caratteristico “triangolo” ed esattamente i “vertici” assumevano luci “verde”, “bianca” e “rossa”. Presso la spiaggia di Capo Peloro, una piccola costruzione in muratura edificata nei primi anni dopo il sisma del 1908 sul rudere del fortino inglese con forma circolare detta “Lanternino” , esibiva fanale verde, la torre del nostro faro quella bianca e, dirimpetto, la luce rossa del faro di Punta Pezzo (R.C.). Il lanternino fu operativo sino al 1956, in quanto l’edificazione del Pilone determinò l’oscuramento della sua luce di segnalazione e la successiva dismissione, oltre all’inserimento della luce “verde” presso la locale torre del faro.
Il semaforo di “FORTE SPURIA” (posizione: Lat. 38° 16’ 00” N. Long. 15° 37’ 10” E.) venne edificato dagli inglesi intorno al 1812 e serviva come postazione per segnalazioni ai naviganti;
alla fine dell’800 venne ricostruito sui resti dell’antico forte inglese e nel 1903 venne quì installata la 1° Stazione Radiotelegrafica della Sicilia, visitata da Guglielmo Marconi l’8 dicembre 1906. Nel secondo conflitto mondiale venne utilizzato anche dalla Milizia. Nel 1970, durante le operazioni di sostituzione dei cavi elettrici del Pilone, il forte è stato munito di un segnale “sagoma” circolare nero che indicava alle navi in transito di accostare causa i lavori in corso. L’ultimo guardiano di Forte Spuria fu il sig. Giuseppe Rotondo dal 1967 al 31-12-1976.
Proseguendo verso Sud l’attraversamento dello Stretto, si presume che fosse collocato sulla sommità della cupola della Chiesa di Grotte, al villaggio Pace, un fanale di segnalazione d’atterraggio che emetteva luce “bianca”.
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