Autentico “fenomeno” che si diffuse con successo in tutta Europa a partire dalla fine del XIX sec (dopo quello “Rinascimentale” fiorentino), il calcio iniziò ad essere praticato anche a Torre Faro nella prima metà del ‘900. Inizialmente vissuta in modo semplice, primordiale ed istintivo, questa disciplina ha attraversato negli anni un incredibile sviluppo grazie a un circuito organizzativo sempre più efficiente e concreto che, ad oggi, garantisce un regolare svolgimento agonistico di campionati, secondo una precisa classificazione in “categorie” e “gironi”.
Nel nostro paese, il calcio giocato ha avuto, dal tempo dei suoi esordi, esperienze alquanto altalenanti di cui riporto le vicende.
Dai racconti delle persone si cercherà di ripercorrere la storia delle Società Calcistiche farote e dei terreni (“campi”) in cui si giocava.
Dal 1950 al 1980 si poteva giocare nei campi da gioco dell’Arsenale di Messina e in quello di Galati, allora l’unico “comunale” in cui si giocava dalle 8 di mattina alle 22 quasi tutti i giorni della settimana; in seguito è stato realizzato un nuovo campo da gioco a San Michele, disponibile sino alla metà degli anni ’90, collocato sotto i ponti autostradali e denominato “Campo Peloritano”; nello stesso periodo nacque “il campo delle Masse” anche questo del Comune, attivo presumibilmente dal 1985 al 1996, ancora esistente ma in abbandono. Il vecchio campo a Bisconte è stato rimodernato.
Nello stesso periodo era nato a Villaggio Pace il campo “Trocadero”, oggi eliminato per far posto a campetti di “calcio a 5”. A fine anni ’90-inizio 2000 è stato realizzato il campo del villaggio Annunziata, dove oggi giocano le varie squadre del messinese che non dispongono di un terreno di gioco.
Ad oggi, pertanto, esistono solamente tre campi comunali: Galati, Bisconte e Annunziata, contro impianti sportivi sicuramente migliori in tutti i paesi che fanno Comune a sé, sia a Sud che a Nord, dove trovano accoglienza un centinaio di Società sportive.
Per i ragazzi di Torre Faro dunque, come per le altre squadre rivierasche, giocare a calcio ha significato per tanto tempo dover affittare un terreno di gioco privato, come quello dei Padri Rogazionisti (salita Faro Superiore) o il “San Nicola di Granatari”, (salita cimitero di Torre Faro) come dirò in seguito, in alternativa ai campi comunali.
I primi campionati dilettantistici, a Torre Faro, si giocavano in un campo in terra battuta della famiglia Calbo che, come quasi sempre è avvenuto, fu “approntato” dagli stessi “calciatori”, situato in via Scuole (oggi della famiglia Alibrandi). Dal 1930, ci fa piacere ricordare i nomi dei pionieri di questo sport per il nostro paese e la prima squadra ufficiale di calcio denominata “Torre Faro”, che ebbe come Presidente il signor Antonino Sciabà coadiuvato dal signor Maccarone: questa era “capitanata” da Giacomo Salpietro (“dì Lampiunàri”) e schierava i seguenti giocatori:
Giacomo Salpietro (dettu “ù Lampiunàru”), Primo portiere Andrea Florio, Giovanni Donato (dettu “Babbùzza”), Lillo Donato (dettu “Maccarùni”).
(in seconda fila)
Giuseppe Piccione (dettu “ù Pàulu Mèru”), Giovanni Lucifero (dettu “Maciste”), Giuseppe Piccione (dettu “Piscicanèddu”).
(in terza fila)
Francesco Burrascano (dettu “Francischìnu Rùmpighiàcciu”), Giovanni Rando (dettu “Mènna”), Giacomo Cutugno (dettu “Balilla”), Pietro Cutugno (dettu “Pitròliu ‘dì Panirànu”), Giovanni Arena (dettu “Òmu Tìntu” e “Cevenini”).
Vedi di seguito foto dell’epoca
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