IL PILONE DI TORRE FARO – alcuni aneddoti “dell’epoca…”

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Argomento di notevole interesse tecnico e storico è stato oggetto di diversi articoli alcuni ben sviluppati. Non dispiace tuttavia riaprire qualche parentesi a ciò pertinente, magari riportando di qualche ulteriore aggiornamento o di fatti “dell’epoca” che, appunto, hanno riguardato il manufatto.

…Come ricorderete, grazie all’intervento del Ministro Dott. Aldisio, il 27 Gennaio 1952 venne posto il primo masso della scogliera di protezione per il traliccio sulla costa sicula; la popolazione, per la circostanza, pranzò verso le ore 15, dato che alle ore 13 giunsero sul posto le varie Autorità e, dopo la “benedizione” impartita dal Vescovo, tutti a casa (come ricordatoci dai coniugi sig.ri Bastiano Staiti e Nellina Rando – ‘di “Nninnarèddi”)..! I lavori delle fondazioni ebbero inizio l’Estate seguente a cura della “Ferrocemento” e vennero interrati nel sottosuolo quattro cassoni di base. Dopo aver costruito la base a forma di “croce greca” in calcestruzzo (internamente vuota), si applicò il sistema dei “doppi falconi”, una tecnica del tutto innovativa nel campo delle costruzioni metalliche, e occorsero ben 500 tonnellate d’acciaio. Tra i tanti che apportarono il loro contributo lavorativo alla realizzazione del traliccio, si ricordano i sig.ri Sebastiano Staiti e Gigi Biancomonte (dettu “u sabbàggiu”), Nunzio Rania (dettu “stualèdda”) e Antonino Russo (dettu “u cammaròtu”), morto nel naufragio della palamitara “Ninetta” (il 23 di Aprile del 1958, come purtroppo sappiamo); il sig. Staiti può vantare un primato per quei tempi: col proprio carretto ha trasportato davvero tanto materiale per questa costruzione. “…Tra questo c’era il brecciolino”, racconta “…ne ho portato almeno 900 m3 prelevato dalla spiaggia ed altro!..” Dopo averne saggiato la professionalità e la sua capacità, i capi cantiere lo assunsero come “operaio” ed, insieme al Biancomonte ed al Russo, hanno pur collaborato all’installazione dell’ascensore panoramico sulla struttura. Purtroppo la quasi prodigiosa realizzazione di quest’opera fu pur teatro d’incidenti, anche gravi (di cui si conserva ad oggi memoria)..: durante il passaggio dei cavi elettrici, ad esempio, il terzo di essi, sul legamento al cavo più piccolo per il “tiraggio”, a causa del calcolo errato del peso si ruppe e disgraziatamente, uno degli operai quì impegnati morì proprio sul Pilone, perché il cavo (rompendosi la puleggia portante) gli tranciò la gamba, causandone la morte per dissanguamento (!) Altri quattro tra i suoi colleghi morirono a Pozzo Giudeo, presso le Torri Morandi, dove ammaravano i cavi. Oppure, tra i (troppi) sinistri consumatisi nelle acque del nostro Stretto, si ripota anche in quest’occasione dell’impatto avvenuto il 22 Luglio 1961, quando il mercantile brasiliano “Loide Argentina” di passaggio urtò e tagliò i  cavi del Pilone, che per l’occasione erano stati abbassati verso il livello del mare a scopo di sostituirli…

L’impianto completato venne “battezzato” tra il 19 e il 21 Novembre del 1955, dopo la riunione dei Comitati di Studio n° 6 e n° 7 della “Cigrè”, e il 27 Dicembre 1955 entrò in funzione.

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